In una recente indagine del CNOP è emerso che 9 adolescenti su 10 desiderano andare dallo psicologo scolastico per ricevere ascolto e sostegno. Non è un fenomeno nuovo, ma oggi sempre più adolescenti danno molta importanza alla salute mentale.
Capita anche che sia il genitore a voler mandare il figlio dallo psicologo, dopo aver notato segnali preoccupanti come:
- ansia eccessiva
- attacchi di panico
- umore depresso
- forte impulsività
e in casi più gravi:
- autolesionismo
- abuso di sostanze
- ritiro sociale
- scoppi di rabbia frequenti
Ci sono dati che confermano questo fenomeno. Di recente, l’OMS ha pubblicato un report sui maggiori problemi di salute mentale in adolescenza. Tra questi:
- disturbi d’ansia
- disturbi dell’umore
- disturbi comportamentali
- suicidio e autolesionismo
- disturbi del comportamento alimentare
- uso di sostanze e comportamenti sessuali a rischio
Di fronte a questi segnali, di solito, un genitore cerca di comprendere quale sia il problema, riflettendo e parlandone col figlio. L’adolescente, però, potrebbe rifiutarsi di discuterne, preferendo lo psicologo… ma capita anche che il figlio non accetti alcun aiuto esterno, chiudendosi in sé stesso.
Perché un adolescente non vuole andare dallo psicologo?
Difficile dare una risposta univoca. Nonostante negli ultimi anni sia aumentata la richiesta di andare dallo psicologo, da parte degli adolescenti, resta il fatto che per molti di loro rappresenta ancora una decisione difficile da prendere.
C’è sicuramente la paura del giudizio altrui, come essere considerati “sbagliati”, “malati” o addirittura non essere abbastanza forti, cioè incapaci di risolvere le cose da soli, e quindi provare un senso di vergogna e debolezza. Convinzioni, queste, che possono derivare anche da fattori e modi di pensare di familiari e persone vicine.
Inoltre, potrebbe esserci anche poca consapevolezza del problema: l’adolescente potrebbe, infatti, vivere come normale quello che è un problema agli occhi del genitore (e viceversa: il genitore potrebbe sottovalutare il problema e considerarlo come una normale fase dell’adolescenza).
Ad ogni modo, cosa può fare un genitore che si trova in una situazione così complessa?
Come proporre ad un adolescente di andare dallo psicologo
La cosa migliore da fare è tentare un approccio costruttivo.
Trova un momento tranquillo durante la giornata per poterne parlare: per esempio alla sera, prima o dopo cena.
Crea un’atmosfera distesa chiedendo, per esempio, com’è andata la giornata, mostrando sincero interesse e curiosità nei suoi confronti, rispettando anche eventuali silenzi.
Quando senti che è il momento giusto, introduci la questione con un tono calmo: inizia chiedendo se c’è qualcosa che non va negli ultimi giorni. Se ottieni risposte vaghe, parla di cosa hai notato ultimamente di preoccupante, suggerendo che potrebbe aiutare rivolgersi ad uno psicologo.
Un esempio potrebbe essere:
“Ultimamente ho notato alcune cose [a questo punto, elenca i segnali preoccupanti]. Tutto questo mi sta preoccupando e sono certo che uno psicologo possa aiutarti. Capisco se la cosa ti spaventa, ma penso anche che potrebbe farti stare meglio”.
Un messaggio chiaro e comunicato nel modo giusto può fare la differenza, al punto da convincere tuo figlio a rivolgersi ad uno psicologo.
E se non bastasse?
Due cose vanno assolutamente evitate: insistere e costringere ad andare dallo psicologo. In caso contrario, il rischio è quello di alimentare ulteriormente il disagio, fino al punto di farlo sentire “sbagliato”, “malato” o “colpevole”, oltre che non rispettato nelle sue decisioni.
La cosa migliore da fare è rivalutare la situazione, inquadrandola da un punto di vista più ampio. Potresti iniziare a considerare il fatto che, come genitore, è giusto che tu abbia a cuore la salute mentale di tuo figlio, cosa di cui ti stai già facendo carico.
Si tratta di una preoccupazione più che comprensibile che può essere affrontata con l’aiuto di un professionista. Essere genitori non è sempre facile, soprattutto in un’età complessa come quella dell’adolescenza.
Di fronte ad un problema di questo tipo, esistono almeno due scelte possibili:
- Aspettare. Attendere che l’adolescente si accorga del problema, col rischio di metterci molto tempo e che le cose peggiorino nel mentre o, peggio, che non se ne renda conto mai;
- Agire subito. Decidere, come genitore, di rivolgersi ad uno psicologo e affrontare la questione con lui.
Cosa si può fare nel concreto?
Come nel mio caso, uno psicologo può consigliarti una varietà di interventi. In genere io consiglio di cominciare con una Consulenza a Seduta Singola.
I vantaggi, rispetto a un tradizionale percorso terapeutico, sono:
- l’assenza di vincoli: non c’è alcun obbligo di continuare con altre sedute;
- è un intervento mirato a risolvere il problema;
- Si può fare anche online.
In molti casi, le persone ritengono che una seduta possa bastare.
Se vuoi richiedere una Seduta Singola, clicca pure sul pulsante:
Altre Fonti:
https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/adolescent-mental-health
https://www.psy.it/il-cnop-ti-informa-19-07-2021/
https://www.studenti.it/giovani-e-salute-mentale-indagine-10-ottobre-2022.html